Scarpette rosse
(di quando il mostro si annida in casa)
Dai, prendi le scarpe. La voce sale come un lamento.
Dai, mettile ai piedi. Fallo per me. La voce s’incrina in un mugolio. Quasi un sospiro.
Dai, mettiti qui. Arrampicati, la mia scimmietta. E stenditi, stenditi, qui, con la testa tra le mie caviglie. La voce ritrova la sua fermezza.
Dai, rimani lì con la testa tra le mie caviglie. Mi chino. Le tue ballerine di vernice. Un lecca-lecca.
Dai, sali. Sali ancora. Qui al centro del mio corpo. Siedi. E lascia che io aspetti. Che monti la mia voglia di te. Di te e delle tue scarpine di vernice.
Hai solo cinque anni e io sono tuo fratello.