Orso di Marian Engel
una recensione

Libro audace, complesso e complicato.
La storia di una compenetrazione, bizzarra a dirsi, estrema certamente, quella tra una donna e un orso. Bizzarra, ma solo in apparenza. Non desideriamo tutti vivere in armonia con madre natura? Non vorremmo tutti avere uno spirito verde che ripristini gli equilibri spezzati?
Lou la protagonista, dedita spesso a crisi esistenziali, ci riesce in modo graduale e caparbio. E s’innamora di un orso, che condivide il suo tempo e il suo spazio.
Una scrittura potente, vivida, filmica.
Per due volete volevo appellarmi ai diritti del lettore di Daniel Pennac, quello di interrompere la lettura forse per una sorta di pruderie straniera.
Poi ho continuato guidata dalla convinzione di ascoltare fino in fondo la voce di Marian Engel.
Adesso che l’ho finito mi sento disturbata e inclusa in un messaggio di vivere una vita che sia davvero altra da quella del suo normale scorrere. Autentica.
A leggerlo possono solo quelli che hanno lo stomaco forte e la mente aperta a quella forza, a volte urticante, che è la cultura, che è la diversità.
Però nessuno può perdersi parole come queste:
“Ma per un istante, cosi strano e intenso, sentì fin dentro i pori e nel sapore della bocca di avere intuito quale fosse il senso del mondo. In fondo non si sentiva umana ma pulita. Pulita, semplice e fiera.”